Un saluto a tutti gli amici di Rolling Tobacco.
Parliamo di tabacco “green”, biologico, organico, eco sostenibile per cercare di rispondere ad alcune delle vostre domande.
Il sentimento green è un modo di pensare che al giorno d’oggi si sta facendo sempre più strada nella coscienza della collettività. Un sentimento che investe molteplici campi della vita quotidiana: il cibo, il trasporto, l’energia e perfino la tecnologia.
Anche il tabacco può essere biologico ed eco sostenibile? E’ possibile fumare in maniera più green e più sana?
Per rispondere a questa domanda è opportuno fare una precisazione molto importante: il principio che fumare è un piacere dannoso vale per tutti i tipi di tabacco. Trinciati, sigarette confezionate, sigari, pipa, tabacchi organici, con additivi e senza additivi.
Per cui dire che un tabacco organico o senza additivi non fa male è un’affermazione sbagliata.
Dire invece che in un tabacco naturale non sono presenti additivi chimici, pesticidi e conservanti (ammesso che effettivamente non lo siano) che possono causare altri tipi di danno è un affermazione già più corretta.
Esiste un tabacco biologico ed eco sostenibile?
Nel panorama italiano dei trinciati ci sono molte soluzioni “green”, tra cui:
YUMA
Malgrado sia diventato per molti introvabile, è un tabacco 100% privo di additivi che non si avvale di pesticidi né di altri trattamenti chimici durante la sua fase di preparazione.
NATURAL AMERICAN SPIRIT
E’ un brand che produce alcuni tra i tabacchi più ecologici e genuini. Questi tabacchi biologici sono molto conosciuti e apprezzati, soprattutto perchè subiscono procedimenti rigidi e tradizionali: vengono coltivati e raccolti a mano, essiccati senza additivi o altri trattamenti chimici. Le coltivazioni dei tabacchi NAS sono gestite in maniera sostenibile e responsabile, vale a dire che per ogni pianta di tabacco che viene sottratta al terreno, Santa Fe ne fa crescere almeno altre due.
CHIARAVALLE
Anche l’Italia sa offrire prodotti che rispecchiano appieno lo spirito green: tabacchi naturali, 100% privi di additivi e non testati sugli animali, un plus che strizza l’occhio anche a persone che hanno un animo più “vegetariano, ambientalista e animalista”.
MAYA
E’ un tabacco biologico con caratteristiche di prima scelta, dal gusto forte, che al giorno d’oggi come lo Yuma non è più così facile da reperire.
Cosa cambia tra fumare tabacchi di questo genere da altri tabacchi “normali”?
I tabacchi “green” si distinguono dagli altri per tasso di umidità, consistenza, colore, taglio, imperfezioni e, soprattutto, aroma e gusto.
Hanno generalmente un gusto intenso a seconda del blend, un corpo forte e persistente e un’aroma pungente. Sono secchi e, se non consumati per tempo, rischiano di sbriciolarsi e di essere quindi inutilizzabili, a causa dell’assenza di additivi conservanti.
In sintesi
Per molti rollatori, fumare un tabacco organico e senza additivi è puramente una scelta di gusto. Per altri invece può essere un atteggiamento consapevole che rispecchia un sentimento di cura per l’ambiente e per la natura.
E voi cosa ne pensate dei tabacchi “green”?
Vi piacciono? Li fumate abitualmente?
Quali sono le scelte che vi portano ad acquistare questi tabacchi?
Sono decisioni puramente di gusto, oppure dettate anche da una logica ecologica e sostenibile?
Ditecelo nei commenti!
Team RT
Grazi Big e Carry per le vostre considerazioni.
Chiaramente il discorso fatto è di carattere generale e i quattro tabacchi citati, come abbiamo detto, sono solo alcuni di quelli definiti naturali o organici ma non sono gli unici.
Inoltre è anche vero che, vai a fidarti, è difficile avere la certezza che tutti i tabacchi dichiarati “naturali/organici/senza additivi” dalle scritte sulla busta siano effettivamente tali.
Come suggeriva Big sarebbe interessante che ci sia un ente che certifichi che le caratteristiche dichiarate dalle case produttrici siano effettivamente vere, un po’ come succede per i cibi biologici e per quelli made in IT.
E’ anche vero che, purtroppo, accade molto spesso che anche i prodotti “con il bollino” non siano effettivamente biologici e/o naturali a causa di tutti i “giri” che ci sono dietro.
Bisognerebbe, per ogni tipo di tabacco, fare una bella analisi chimico-organica.
Quindi se foste così gentili da convertire le vostre distillerie di contrabbando che tenete in garage in laboratori scientifici…. 🙂
Credo che ci sia un errore di fondo nell’articolo…
Se devo credere a quel che scrivono sulle buste allora gli unici tabacchi veramente bio sono yuma, nas organic, manitou organic e raw organic.
Tutti gli altri “naturali” sono esenti da additivi in fase di lavorazione e imbustamento del prodotto finale ma nelle coltivazioni vengono usati concimi, insetticidi e varie robe come per tutte le altre coltivazioni di tabacco.
Anche se lo Yuma mi piaceva parecchio prima del decadimento di qualità questa cosa mi è sempre puzzata di fregatura. Ci dovrebbe essere un ente che controlla la coltivazione del tabacco nelle varie parti del mondo e poi rilasci un certificato che il dato prodotto possa definirsi “Bio”, che metta un bollo. Ora non so perché è sparito ma prima lo Yuma nelle buste esponeva solo il certificato del commercio equo e solidale. Con tutti i controlli che ci sono in Italia riescono a vendere l’olio di sansa come olio di oliva extra vergine , ci possiamo fidare dei produttori di tabacco? No no no, se non c’è il bollino non ci credo! 😀
Grazie Creeper, è un altro argomento che sarebbe interessante approfondire =)
Beh io quando prendo questo tipo di trinciati lo faccio soprattutto per il gusto,anche se ciò accade raramente visto che non amo i virginia. Questo argomento è pieno di ipocrisia,infatti conosco un sacco di gente che compra il nas “per la natura” e poi butta il mozzicone per terra…