Ultimamente ci capita spesso di trovare nelle tabaccherie che visitiamo sempre più buste che, oltre al logo del prodotto e a qualche altra informazione, recitano la scritta “volume tobacco”.
Vedendo una così forte diffusione di questo tipo di tabacco e leggendo nel forum molti commenti inerenti a questo tema, abbiamo deciso di andare a scoprire insieme a voi cosa è il tabacco espanso e quali sono i motivi della sua grande diffusione sul territorio italiano.
Il tabacco espanso è utilizzato sia per produrre trinciati, sia per fare sigarette confezionate.
Bisogna anzitutto porre l’attenzione al fatto che non sempre le scritte sulla busta di trinciato indicano che siamo o no di fronte ad un tabacco espanso, perché per ora non vi è l’obbligo di dichiararlo.
Ci sono comunque alcuni fattori che possono farci capire se siamo di fronte ad un volume tobacco o meno, a partire dalla grammatura dichiarata sulla confezione proporzionata alla sua grandezza: se una busta che contiene 10 grammi di tabacco è grande come una da 20 o 30 grammi e il suo contenuto sembra un truciolato dal colore chiaro, allora ci troviamo sicuramente di fronte ad un tabacco espanso.
Inoltre può aiutare anche la scritta quasi sempre riportata sulla busta “fino a 20 sigarette” o “fino a 30 sigarette”.
Per ottenere più volume da una foglia di tabacco la si deve trattare secondo un processo chimico-fisico che ne espande le cellule e ne aumenta il volume.
Gli agenti che sono utilizzati per questo processo possono variare secondo il trattamento che si sceglie di eseguire: sono ad esempio Co2 (anidride carbonica), ammoniaca, nitrogeno e diossido di carbonio che permettono al tabacco di aumentare il proprio volume fino al doppio di quello originale.
Un altro agente che può essere utilizzato è l’isopentano che permette alla foglia di mantenere il suo colore originale e di non perdere elementi volatili importanti come la nicotina.
Ma come mai le case produttrici decidono di espandere il tabacco?
Principalmente per realizzare un prodotto economico che abbia un costo più basso rispetto agli standard di mercato e catturare maggiormente l’attenzione dei cosiddetti “risparmiatori”.
Alcuni ipotizzano un secondo motivo di carattere medico: un tabacco espanso permette di fumare, a parità di grammi, meno tabacco e meno nicotina e quindi nuoce meno alla salute.
Su questa seconda ipotesi non abbiamo le competenze tecniche per dire se il volume tobacco faccia più o meno male rispetto al tabacco classico.
Ciò che possiamo dire è che il fatto che una foglia di tabacco sia trattata con agenti chimici e snaturata nella sua essenza, ci lascia un po’ perplessi circa i vantaggi in termini salutistici di questo processo.
Parlando di qualità, il tabacco espanso è un prodotto abbastanza scadente da fumare, spesso insapore e amaro che gratta in gola, brucia in fretta e finisce presto.
In conclusione possiamo dire che il volume tabacco si sta diffondendo nelle tabaccherie in maniera massiccia principalmente per la volontà delle case produttrici di far fronte ai continui aumenti di prezzo dei trinciati e dei tabacchi in generale.
Resta però da chiedersi se per risparmiare convenga davvero fumare un prodotto mediocre di scarsa qualità come lo sono la maggiorparte dei tabacchi espansi, oppure se sia meglio invece smettere direttamente di fumare.
Ovviamente non siamo noi che dobbiamo dirvi come sia meglio comportarsi, poiché è compito di ognuno di noi, nella nostra coscienza, trovare la giusta distanza tra qualità e prezzo.
E voi che ne pensate del tabacco espanso?
Il Team di Rolling Tobacco
Come non quotare Carry? Sono convinto che oltre che gonfiati molti di questi tabacchi sono composti anche da tabacco ricostruito “Recon”…..a questo punto mi comprerei un pacchetto di sigarette, chi me lo fa fare di stare a rollare!
se devo fumare questi tabacchi gonfiati torno subito alle preconfezionate che hanno più gusto!
Quoto Carry 🙂
Vi pongo una domanda= >
La classifica di purezza del tabacco è quindi:
1. Naturali
2. Non espansi, non naturali
3. Espansi
?
Anche perchè in fondo anche i tabacchi non naturali vengono trattati in modo che si conservino di piú e mantengano piú umidità.
Se fallo il pensiero ditemelo.
È una domanda che mi è sorta quando iniziai a fumare e a riguardo, per pigrizia, non mi sono piú informato
Ciao @YONDERTURNIP .
Ti fermo subito in queste tue considerazioni per il semplice fatto che, per compilare una “scaletta di purezza dei tabacchi” come hai fatto tu, dovremmo avere degli elementi tecnico-specifici che probabilmente nessuno dei “non addetti ai lavori” come noi e te conosce.
Si potrebbe supporre, come hai fatto tu, una logica consecuzione tra i diversi tipi di tabacchi che è data dal nome della categoria a cui appartengono (ad esempio mettiamo ipoteticamente i naturali al primo posto perchè la parola “natura” ci fa supporre che un prodotto non sia trattato o altro, o che comunque sia più genuino).
Ma tutto ciò non è detto: un tabacco naturale potrebbe essere meno puro di un tabacco “normale”.
Sono parametri con cui non possiamo confrontarci, non essendo appunto dei produttori e dei trattatori di tabacco.
E comunque tu vorresti sapere veramente come trattano quello che ci fumiamo in modo tale da poter essere in grado di stilare la classifica? 😉
In termini gastronomici: se sapessi quello che mettono nei wurstel o nel kebab, o negli hamburger da fast food, continueresti a mangiarli? 😉
A me i tabacchi “volume” non piacciono molto: perché per averli così in pratica usano le stesse schifezze chimiche che ci risparmiamo con paglie le confezionate.
Io solo raramente vi ho ricorso, ad esempio con il “Route 66” o qualche “Chestefield Red” di provenienza belga/lussemburghese (di qualità quindi superiore).
sono contrario al TABACCO VOLUME, concordo per il fattore economico, strategie dei produttori per tenere il passo, allarmante il fattore chimico-fisico, rappresenta un malus valore aggiunto ai fattori di rischio naturale del tabacco.