Parliamo di donne e tabacco, un binomio molto apprezzato nell’immaginario comune ma poco diffuso nella realtà come affermato dai dati ISTAT: in Italia i fumatori maschi sono il 28,5% della popolazione e le fumatrici il 16,6%.
Questi dati sono confermati anche dal nostro portale e dalla pagina Facebook.
Bisogna puntualizzare che negli ultimi decenni la percentuale delle fumatrici è fortemente aumentata, soprattutto nella fascia di età compresa fra i 18 e i 25 anni e a livello di quantità oggi le signore fumano quasi quanto i signori.
Perché le fumatrici sono meno dei fumatori, e come mai a livello di utenza attiva su portali, blog, siti e pagine Facebook che parlano di tabacco come noi il divario tra maschi e femmine si allarga ancora di più?
Anzitutto le donne sono molto più attente alle conseguenze del fumo sul proprio corpo, ad esempio sulla propria pelle: la combustione della sigaretta rilascia monossido di carbonio che prende il posto dell’ossigeno nei globuli rossi e rende il sangue meno ossigenato e quindi la pelle meno rosea e più grigiastra.
Fumare inoltre disturba l’attività degli ormoni che regolano l’attività degli organi riproduttivi: il tabagismo comporta sia una diminuzione della produzione di estrogeni, sia l’aumento dell’attività del fegato atta alla distruzione di tali ormoni. Le donne poi sono di certo molto più sensibili sui temi legati alla gravidanza, allo svezzamento e al fumo passivo sui bambini.
Sempre l’ISTAT afferma che nel 2014 a smettere di fumare ci sono state più donne che uomini.
Questa minoranza può essere sintomo del fatto che le donne sono semplicemente meno interessate al mondo del fumo, o sono meno coinvolte a fumare da ciò che le circonda, avendo meno stimoli e provocazioni.
Le case produttrici di tabacco già in passato provarono a catturare maggiormente le attenzioni delle donne con prodotti dedicati, come ad esempio Philip Morris che lanciò nel ‘24 le prime sigarette con il filtro, più leggere e con un bordo rosso che richiamava il rossetto.
Ma non fu un successo, soprattutto perché le donne fumavano proprio per emanciparsi e non gradivano una marca di sigarette “per donne”. (A titolo informativo solo negli anni ’50 quando si scoprirono gli effetti del tabacco sulle sigarette e l’opinione pubblica si convinse che le sigarette con filtro erano meno nocive di quelle senza il mercato si spostò sul prodotto lanciato anni prima da Philip Morris.)
Oggi troviamo ancora sigarette dedicate, più strette e più lunghe che richiamano alla siluette magra e slanciata della donna.
Le case produttrici di accessori solo negli ultimi tempi si sono rese conto dell’importanza di catturare l’attenzione del gentil sesso, e hanno sviluppato prodotti dedicati con l’intento di coinvolgere di più le signore: pensiamo a Rizla con le cartine Rizla Pink, sottili con un gusto raffinato, zuccherino, e un packaging di colore rosa acceso; pensiamo a tutti gli accessori il cui design è stato rivisitato in chiave femminile: il porta tabacco da semplice busta di pelle o altri materiali diventa una pratica borsetta dalle forme trendy e alla moda.
Donne e tabacco in conclusione è un binomio che ancora non ha trovato appieno la sua completa attualizzazione, ma che continua a stimolare i player di mercato a ricercare nuovi modi per catturare il pubblico femminile; è un binomio complesso che richiederebbe inoltre un’analisi più approfondita e tecnica di competenza altrui.
E voi cosa ne pensate?
Ditecelo nei commenti.
Il Team di Rolling Tobacco.
Probabilmente l’altra metà del cielo non ha più bisogno di dimostrare che vale almeno quanto il maschio…decade quindi la necessità di atteggiarsi a uomo attraverso la sigaretta. Per il resto il fumo è ancestealmente una prerogativa dell’uomo e tale è rimasto nei millenni sebbene siano inevitabilmente cambiati gli stimoli che portano a farne uso.