Oggi vi spiego perché ci sono alcuni tabacchi presenti nel listino AAMS che a noi utenti finali sembrano “introvabili”, ma che in realtà non solo non vengono venduti in Italia ma non sono neanche importati.
Intanto è opportuno distinguere tra i tabacchi prodotti da una delle multinazionali dei tabacchi (le famose 7 sorelle) tipo il Marlboro, il Chesterfield o il Lucky Strike… e i tabacchi invece prodotti da una delle tante industrie manifatturiere di seconda importanza (magari bravissima, ma non una Big).
Nel primo caso ci sono specifiche politiche di marketing e di tutela delle quote di mercato (detenute dalla stessa multinazionale con lo stesso prodotto, ma in versione “bionda” cioè sigaretta pre-confezionata) che verrebbero compromesse dall’arrivo sul mercato di un prodotto uguale ma diverso: lo stesso tabacco, ma trinciato. Non voglio banalizzare, ma il motivo è piuttosto semplice: il tabacco RYO è più buono e costa meno. Avete idea di quanti milioni di pacchetti di sigarette in meno verrebbero venduti?
Nel secondo caso invece il discorso è diverso e più complesso. In pratica succede che un importatore italiano di tabacco, dotato di apposito Deposito Fiscale, stipula un contratto di importazione con l’industria “Tal dei Tali” per il tabacco Alfa e il tabacco Omega. Dopo di che ottiene dal Monopolio (AAMS – Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) l’autorizzazione all’importazione e alla vendita, con conseguente registrazione del prodotto a listino con tanto di prezzo di vendita. Ma a questo punto il Deposito Ficale in oggetto (l’importatore) decide che è meglio importare effettivamente solo il prodotto Alfa e non anche l’Omega. Perché? Per mille motivi: magari preferisce concentrarsi sulla distribuzione di un tabacco per volta; oppure voleva importare solo l’Alfa, ma ha registrato anche l’Omega per impedire che un suo concorrente lo importasse al posto suo; oppure ancora perché lui importa anche il prodotto Beta di un’altra industria che sarebbe in diretta concorrenza come gusto e target di utenti con il prodotto Omega, e quindi decide che è meglio avere Alfa e Beta e lascia Omega fuori dal paese…
Insomma, il fatto è che il prodotto Omega non è che non sia venduto in Italia, non è neanche importato!!! Non serve a nulla ordinarlo al proprio tabacchino, che lo richiede al proprio DFL (Deposito Fiscale Locale) che altro non è se non un grossista. Quel determinato tabacco arriverà in Italia solo quando si sbloccheranno determinati meccanismi molto più grandi e complessi di quelli che noi consumatori riteniamo essere plausibili: la bontà del prodotto, il diritto di poterlo comprare visto che è a listino, etc.
Quindi in conclusione: tra tutti i tabacchi assenti è più plausibile pensare che prima o poi arriveranno in Italia il Virginia Spring (della misconosciuta Johannes Nieboer Tobacco Company), oppure il NAS Perique o il Manitou Blu (visto che i loro fratelli ci sono già…) che non il Marlboro.
Quando invece l’Italia avrà una fascia di consumatori di tabacco RYO molto ma molto più ampia di oggi, allora potremmo finalmente sperare di avere un’offerta reale di tabacchi più ampia, paragonabile all’Inghilterra o alla Germania.
Christian
La classica cosa all’italiana!!! Fatemi capire. Questo discorso vale solo per noi, Francia, Germania, svizzera, Spagna e tutti gli altri paesi del mondo??? Queste sono le cose che mi fanno veramente incazzare del nostro paese, si decide anche quello che dobbiamo fumare, oltre a decidere quanto dobbiamo pagare. Io me lo faccio spedire dalla Svizzera e vaff******!!!
voGLIAMO IL TABACCO DELLA MARBOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Ciao a Christian e complimenti per l’articolo;
a margine e a supporto di quanto tu hai riportato, ti fornisco alcuni numeri a riguardo:
il mercato totale delle sigarette in Italia è pari a circa 89ml di kg
il mercato totale del Trinciato in Italia è pari a circa 1,8 ml di kg, ovvero circa il 2% del totale:
questo significa semplicemente che ogni 100 consumatori che entrano in una tabaccheria, solamente 2 acquistano trinciato: questo dato cresce in maniera esponenziale ( 30%ca ) ogni mese, ma è ancora decisamente lontano per suscitare l’interesse è l’ingresso dei player di mercato più grandi; Camel in questo senso ha un pò invertito la tendenza, anche se le motivazioni che hanno spinto quest’ultima a penetrare sul mercato con una marca, e non con un prodotto dovrebbero essere approfondite in una discussione sicuramente più ampia ( e per la quale non intendo tediarvi oltre quello che ho già fatto…)
un saluto a tutti gli appassionati di questo mondo che spero non tenda a sputtanarsi come il resto del mercato sigarette.
Difendete sempre le vostre scelte di acquisto che fortunatamente sono ancora dettate dal piacere e dal gusto di fumare e non solo da una mera esigenza fisiologica e di costume!
Ciao Christian!
Innanzitutto grazie per questo post che finalmente mette chiarezza su questo complesso argomento…poi volevo dire una cosa riguardo al punto 1…è vero che se arrivasse un trinaciato della stessa marca delle sigarette preconfezionate queste ultime venderebbero di più…però quanta gente effettivamente sa che per esempio il trinciato della Lucky Strike è più buono delle sigarette? E inoltre, quanta gente, sapendo che in commercio c’è il trinciato per esempio della Marlboro, comincierebbe ad armeggiare con tabacco, filtri e cartine in luogo di scartare il pacchetto, prendere la sigaretta e fumare…l’unica cosa che mi mette in crisi è questa…per il resto sottoscrivo tutto ciò che hai scritto
Ti saluto!!!!
Vannellesmoker